Stop pipì: perchè è una pratica sconsigliata ormai da tempo?

Dott.ssa Arianna Bortolami 01/04/2020 0 comments 0

Lo “stop pipì” è una pratica considerata ormai superata. Consiste nell’interrompere il flusso urinario durante la minzione per allenare i muscoli del pavimento pelvico. Da parecchi anni ormai gli esperti di settore e gli studi scientifici hanno dimostrato come questa modalità non solo non sìa la più utile per ottenere un miglioramento di tali muscoli, ma che in alcuni casi possa essere addirittura dannosa.

Vediamo perchè:

  1. con l’interruzione del flusso minzionale, la vescica potrebbe non svuotarsi più né completamente, né correttamente. Essa infatti è regolata da quella porzione del sistema nervoso, detto vegetativo o autonomo, che regola i visceri, i quali pertanto non agiscono sotto la nostra diretta volontà, come invece lo fanno i muscoli di gambe, braccia, ecc. Di conseguenza, dopo aver bloccato il flusso urinario la vescica non riprende a contrarsi subito dopo, ma in momenti successivi. E’ facile pertanto che possa rimanere parzialmente piena, determinando dopo poco tempo un nuovo stimolo alla minzione, o, nel ripetersi della pratica dell’interruzione del flusso urinario, una sindrome urgenza/frequenza;
  2. l’azione muscolare del pavimento pelvico necessaria per realizzare lo “stop pipì” richiede un impegno muscolare notevole e ciò può portare ad apprendere in modo errato la contrazione di questo muscolo. Infatti la persona rischia di contrarre contemporaneamente anche altri muscoli, come quelli delle natiche o della parte interna delle cosce, e ciò è l’esatto contrario di quello che solitamente è utile per il pavimento pelvico, cioè ottenere una contrazione selettiva solo di questa porzione;
  3. se la persona non riesce nel compito, potrebbe pensare di non farcela in nessun modo a risolvere i problemi per i quali si sta allenando, perdendo così di fatto la reale possibilità di farlo. In realtà il pavimento pelvico può essere allenato più correttamente in altro modo, cioè con esercizi specifici;
  4. non è poi detto che, se anche la persona riuscisse ad effettuare il compito dello “stop pipì”, questo risolverebbe i sintomi per i quali ha utilizzato questo pratica (per esempio incontinenza urinaria, prolasso degli organi pelvici, ecc.)
  5. nel caso in cui la persona soffra di una disfunzione del pavimento pelvico così detta in ipertono, la pratica dello stop pipì potrebbe peggiorare tale situazione e i sintomi ad essa correlati (di solito dolore pelvico, disfunzione sessuale, urgenza e discomfort).

Per questi motivi la pratica dello “stop pipì” è stata sostituita dall’utilizzo di esercizi terapeutici per il pavimento pelvico, eseguiti secondo specifici criteri (come il sintomo del quale soffre il/la paziente, la condizione dei muscoli, ecc.), e sotto la guida di un professionista.

 

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