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Informazioni e curiosità da conoscere

Contro quell’imbarazzante problema

Dott.ssa Arianna Bortolami 05/04/2011 0 comments 0

Pubblicato in “Intimità” (aprile 2011)

L’incontinenza urinaria può alterare la qualità della vita. In alcuni casi una soluzione arriva da specifici esercizi di ginnastica.

Dipelvicfloor-tipo-articoli-stampasagio, imbarazzo, vergogna. L’incontinenza urinaria è qualcosa di cui nessuno parla volentieri. Eppure oggi le soluzioni ci sono, in prima fila la riabilitazione del pavimento pelvico, detta anche perineale o uro-ginecologica. Andiamo a conoscere più da vicino questa proposta terapeutica grazie alle delucidazioni di Arianna Bortolami, fisioterapista a Padova e Modena e Responsabile del Gruppo di Interesse Specialistico (G.I.S.) Riabilitazione del pavimento pelvico dell’Aifi, (Associazione Italiana Fisioterapisti).

Per saperne di più visita il sito www.pelvicfloor.it e il sito http://www.aifi.net/gis-pavimento-pelvico.html

A chi è indirizzata – La terapia riabilitativa del pavimento pelvico è indicata come primo approccio per chi è affetta da incontinenza da sforzo o urgenza correlata a disfunzione del pavimento pelvico. Non è indicata se il problema nasce da altre cause, per esempio da un trauma al midollo spinale o cranico.  Se ti accorgi di segnali d’allarme, per esempio qualche goccia di pipì che fuoriesce quando ti chini a sollevare le borse della spesa, non sottovalutarlo ma rivolgiti al tuo medico di base o al ginecologo che, se lo ritiene, ti indirizzerà al centro di fisioterapia più adatto.

Chi la esegue – oggi esistono servizi di riabilitazione con operatori specializzati in questo tipo di terapia sia in tanti centri sanitari pubblici (li troverai anche sul sito della tua Asl) sia privati.

La prima visita – Durante il primo incontro con il fisioterapista verrà fatta una valutazione funzionale del tuo problema; oltre a essere visitata per verificare lo stato dei muscoli del pavimento pelvico, sarai sottoposta a test mirati. Dopodiché verrà individuato il tuo personale percorso di cura.

Le sedute di riabilitazione – di solito all’inizio vengono stabiliti incontri bisettimanali; già dopo 5-6 sedute la maggioranza delle pazienti constata buoni miglioramenti. Ti verranno insegnati particolari esercizi atti a rinforzare i fasci muscolari della zona genitale; successivamente potrai imparare a utilizzare il muscolo così rinforzato nel momento in cui ne hai più necessità, per esempio nell’attimo in cui starnutisci.

Altre metodiche di supporto – Oltre a questi esercizi, potranno essere utilizzate  tecniche diverse, come la stimolazione elettrica (per contribuire a tonificare il pavimento pelvico) o il bio-feedback che, tramite appositi strumenti, può aiutarti a percepire con maggiore consapevolezza la tua muscolatura genitale. C’è poi il bladder training, che consiste nel far riacquisire un comportamento minzionale corretto, vale a dire riabituarsi a urinare solo quando ve ne sia un reale bisogno lasciando trascorrere il necessario lasso di tempo, tenendo a bada l’ansia e l’insicurezza.

I risultati – Nella grandissima maggioranza dei casi, soprattutto per l’incontinenza da sforzo, la donna impara a utilizzare con successo la sua muscolatura pelvica, all’inizio in modo volontario poi “in automatico”, in modo da controllare il problema. Solo quando  l’obiettivo non è raggiunto sino in fondo ti vengono proposte altre cure, come la terapia farmacologica o chirurgica, a seconda del caso.

QUANDO SI PARLA DI INCONTINENZA

La Società Internazionale per la Continenza definisce incontinenza urinaria “qualsiasi perdita involontaria di urina”; si tratta di un disturbo che in Italia colpisce circa 5 milioni di persone.

Non sono risparmiati neanche gli uomini (quasi sempre a seguito di problematiche neurologiche o interventi chirurgici alle basse vie urinarie), però il problema è soprattutto femminile: si calcola che dopo la menopausa riguardi quasi una donna su tre.

Tra i principali fattori di rischio vi sono la gravidanza e il parto, i cambiamenti ormonali, l’aumento di peso, lo svolgimento di lavori pesanti, la stipsi. Le forme più frequenti di incontinenza urinaria sono quella da sforzo o stress (ius) e quella da urgenza (iuu). La prima si verifica durante uno sforzo intenso quale tossire, starnutire, soffiarsi il naso, sollevare un peso, o anche lieve, per esempio camminare o fare le scale. L’incontinenza urinaria da urgenza si manifesta invece con un insopprimibile bisogno di fare pipì, talmente urgente che spesso non si riesce nemmeno ad arrivare al bagno senza bagnarsi. Questo può essere vissuto con grande disagio tanto da inquinare la qualità della vita, per esempio incidendo sulle abitudini quotidiane (si evita di uscire per timore di umilianti “incidenti”, oppure si va solo in posti dove si è certe di trovare un bagno).

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