AVVERTIRE DOLORE QUANDO NON DOVREBBE ESSERE PERCEPITO
L’allodinia è un sintomo che consiste nel percepire come doloroso uno stimolo che di natura non lo è. Questo stimolo può derivare da una qualsiasi interazione della vita quotidiana, e può essere di natura tattile, termica, meccanica.
Un esempio classico di persone che soffrono di questo disturbo sono le donne con vulvodinia o dolore vulvare persistente che percepiscono fastidio, bruciore o dolore, indossando un determinato abbigliamento stretto, come i jeans (in cui sono presenti cuciture a rilievo) o collant sintetici (dunque di un materiale non organico).
Questo fenomeno è dovuto ad una iperreattività del sistema nervoso. Ricordiamo che il sistema della sensibilità è organizzato in modo tale che ogni tipologia di stimolo (appunto tattile, termico, meccanico, doloroso), corrisponda all’attivazione di diverse fibre nervose (che possiamo paragonare a fili elettrici) che dal punto di stimolazione (ad esempio una mano, un piede, ecc.) veicolino questa sensazione attraverso il midollo spinale fino al cervello, che interpreta la sensazione. Pertanto le fibre nervose del dolore in una condizione di stimolo meccanico non dovrebbero essere attivate.
In presenza di allodinia, invece, la stimolazione delle fibre dolorose viene attivata anche in presenza di una sollecitazione di natura non dolorosa, come un leggero sfregamento o un cambio di temperatura.
Nelle donne con vulvodinia il sintomo provoca dunque un dolore e/o bruciore persistente che interessa inevitabilmente anche l’area pelvica e genitale, contribuendo così all’alterazione della qualità di vita e della sfera sessuale.
La gestione di questo problema avviene sia con la terapia farmacologica (per intervenire sul ripristino del sistema nervoso), sia con la fisioterapia. Quest’ultima interviene, sia sui muscoli che sugli aspetti comportamentali ai fini di rieducare l’intero sistema in modo che gli stimoli e le abitudini possano inibire l’attivazione delle fibre nervose sbagliate.