POSSONO AIUTARE PER I SINTOMI CORRELATI AL PAVIMENTO PELVICO?
Sul mercato è possibile trovare diversi dispositivi biofeedback, strumenti che permettono di esercitare i muscoli del pavimento pelvico in autonomia in modo semplice e talvolta divertente.
Si tratta di una piccola sonda che va inserita all’interno del condotto vaginale o anale in grado di percepire la pressione muscolare esercitata dalla contrazione dei muscoli del pavimento pelvico. Spesso le sonde vengono vendute in kit con un’applicazione da installare sul proprio smartphone che guida l’utente all’utilizzo, proponendo alcuni divertenti videogiochi interattivi che aiutano a fare gli esercizi di rinforzo muscolare.
La domanda che molte pazienti mi pongono è se questi possano in qualche modo aiutare nella gestione dei sintomi e nel percorso di riabilitazione del pavimento pelvico e se in qualche modo siano una valida alternativa alla fisioterapia.
Sicuramente questo strumento può essere utile, ma non per tutte le situazioni, o, comunque, non può essere l’unico mezzo per arrivare al risultato sperato. Lavorare in autonomia infatti non è sempre la soluzione più indicata, rispetto ad un percorso seguito da un fisioterapista in grado di proporre un percorso personalizzato in base alle caratteristiche peculiari di ogni persona e valutare costantemente i progressi.
Nel caso di un pavimento pelvico debole il biofeedback potrebbe effettivamente aiutare il rinforzo muscolare, ma soprattutto è utile nella prima fase per coscientizzare meglio l’azione della contrazione, facendo percepire alla donna quali sono i muscoli interessati dagli esercizi, grazie anche al supporto visivo dell’app.
Oltre a questo è però sempre consigliato affidarsi ad un professionista: la fisioterapia prevede molti altri esercizi e trattamenti specifici, che, al contrario di questi strumenti, tengono conto della specifica condizione clinica della paziente in quella determinata fase della riabilitazione.