L’endometriosi è una malattia tanto strana quanto potenzialmente debilitante e colpisce donne in età fertile, più frequentemente tra i 30 ed i 40 anni. Di questa non se ne conoscono le cause ed ha espressioni differenti: ci sono donne che non riportano sintomi, mentre in altre pazienti l’impatto sullo stile di vita è drammatico.
La diagnosi spesso richiede tempi lunghi e forse non tutte le donne la ricevono.
L’endometriosi consiste nella proliferazione dell’endometrio, il tessuto che costituisce la parte interna dell’utero, al di fuori di esso e quindi all’interno dell’addome. Questo si attacca ai vari organi come le ovaie, l’utero, la vescica, il retto e l’intestino. In alcuni casi, rari per fortuna, può arrivare al diaframma respiratorio, e rarissimamente anche al nervo sciatico. L’endometrio si organizza in cisti e, quando la donna ha il ciclo, si sfalda e sanguina come avviene normalmente nell’utero, determinando così infiammazione e dolore. In alcuni casi questo è limitato al solo momento del ciclo, in altri è purtroppo presente sempre.
Uno studio del 2015 della prestigiosa rivista “Lancet”, stima che nel mondo ci siano circa 10,8 milioni di donne affette da endometriosi, di cui 3 milioni in Italia.
Altri due problemi importanti che può causare l’endometriosi sono:
– l’infertilità. Infatti il tessuto può danneggiare la funzione di utero ed ovaie
– la possibile presenza di dolore durante i rapporti sessuali, in particolare durante la penetrazione nell’area più profonda della vagina
La relazione con il pavimento pelvico e la sua possibile disfunzione è di tipo indiretto, in quanto:
– la presenza di dolore cronico o persistente (per un periodo superiore a 6 mesi) nella zona addomino-pelvica può determinare rigidità e iperattività di questi muscoli
– la presenza di dispareunia profonda può determinare una reazione da difesa alla penetrazione vaginale, cioè i muscoli si contraggono anticipatamente aggiungendo dolore a quello già presente.
Pertanto nella donna con endometriosi la fisioterapia e la riabilitazione del pavimento pelvico può essere di aiuto quando la malattia sia stata diagnosticata e gestita.
Per esempio, in una donna già operata, può permanere il dolore durante i rapporti poichè il ricordo dell’esperienza dolorosa la spingeranno ad attivare involontariamente il p avimentopelvico. La fisioterapia e riabilitazione saranno determinanti nel recuperare una soddisfacente sessualità.